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Maria SS dell’Addolorata di Gioiosa Ionica: la chiesa “merlettata”

Di Silvia Turello

Oggi andremo ad esplorare un piccolo ed elegante borgo tagliato in due dal torrente Gallizzi ma, soprattutto, parleremo di un edificio di culto, una chiesa arroccata sulla strada in salita a Gioiosa Ionica, precisamente sulla via Cavour. Una chiesa che al suo interno amo definire merlettata per lo sfarzo dei suoi interni, interamente rivestiti da dettagliati e pregiatissimi stucchi decorativi colorati a motivi floreali molto delicati.

Il centro storico di Gioiosa Ionica

La città di Gioiosa, antico e nobile marchesato del Regno delle Due Sicilie, è sorta con molta probabilità in piena età angioina, più precisamente durante la prima metà del XIV secolo.
La preesistenza, sulla rupe a strapiombo sul torrente Gallizzi, di un appostamento militare quale il castello di Gioiosa, avrà costituito certamente un forte polo di attrazione per la popolazione sparsa nei villaggi e nelle campagne circostanti. Durante il XV e parte del XVI secolo, mentre il Castello andava via via perdendo la sua originaria destinazione militare per assumere quella residenziale e amministrativa, l’abitato si espanse. Raggiunta la saturazione sulla rupe, all’interno della cerchia muraria chiusa dalle due porte di accesso, Barletta e Falsa, il piccolo abitato crebbe fuori le mura, dando origine al cosiddetto Borgo e ai vari quartieri che ancora oggi lo compongono.Sulla rupe si trovano ancora oggi i palazzi più antichi: quello annesso ai ruderi del castello, che costituì la residenza dei feudatari Caracciolo (oggi Pellicano Barletta), edificato dai marchesi Carafa di Castelvetere agli inizi del XVI secolo; l’antico palazzo Linares, costruito durante il XV secolo; Naymo, Pellicano Spina (Deodino), Barletta, e così via.
Tra il XVI ed il XVII secolo anche il numero delle chiese gioiosane andò incrementando in misura notevole.Accanto al fenomeno della rapida crescita demografica ed edilizia che Gioiosa conobbe a partire dal XVI secolo, va rilevato l’altrettanto repentino sviluppo economico. Oltre alla ricchezza e varietà della produzione agricola, garantita soprattutto dai terreni particolarmente fertili dei cosiddetti Giardini, un contributo decisivo allo sviluppo gioiosano venne offerto dalla produzione e dal commercio della seta.
A conferma di questa vitalità commerciale va ricordato che, agli inizi del XVIII secolo, nella campagna lungo la costa dove circa due secoli dopo sarebbe sorto l’attuale centro di Marina di Gioiosa Ionica, esisteva nei pressi della Torre Spina (1564), un centro dalla funzione perlopiù commerciale.
Questa realtà garantì a Gioiosa una netta supremazia su tutti i centri vicini; ancora oggi la città risulta il più importante e popoloso centro abitato della Vallata del Torbido.
Gioiosa Ionica, oltre alla Chiesetta Evangelica e alle tre Confraternite, dispone di ben 10 edifici di culto. Come anticipato parleremo in particolare della chiesa di Maria Santissima dell’Addolorata e di altri esempi emblematici, preziose testimonianze storiche di un centro storico ancora fortemente aggrappato alle sue tradizioni più antiche.

Ave Mater Dolorosa

Prima pietra posata nel 1881 ed ultimata nel 1889, la chiesa presenta un impianto planimetrico a navata unica, con pianta a croce latina, transetto e abside semicircolare.
La scelta di parlare di questa piccola chiesa è stata effettuata dopo tre considerazioni: la prima, perché entrando dà l’impressione di trovarsi dentro un tripudio di merletti bianchi e colorati, che la rivestono completamente al suo interno donandole un’eleganza e un pregio rari; la seconda è che, a differenza delle altre, la chiesa dell’Addolorata è risultata accessibile in tutti gli ambienti che la compongono, compresa la struttura di copertura, e questo ha aiutato molto a capire la sua struttura in ogni parte, motivo per il quale fu da me scelta per un tema di esame durante gli studi universitari. Questo ha permesso di risalire più agevolmente alle cause di degrado e dissesto che l’hanno colpita. L’ultima, ma non meno importante, la sua affascinante storia. Al suo interno custodisce opere di artisti locali, fra le quali spicca l’organo monumentale a 1.400 canne e 22 registri, costruito nella seconda metà dell’800 a Verona e collaudato il 30 maggio 1904. Attualmente l’organo è posto sul ballatoio sopra l’ingresso della chiesa, riccamente decorata sul soffitto e sulle pareti e raggiungibile da una scaletta in legno.
La chiesa è attualmente aperta al culto, e fa parte delle attuali sette chiese (in origine dieci) presenti a Gioiosa.

Curiosità sulla chiesa

Verso le ore 15 del 29 ottobre 1897, il sacerdote stava pregando assieme ai fedeli, davanti alla statua dell’ Addolorata, per la guarigione della moglie moribonda di un uomo del paese.
Con meraviglia indicibile di tutti i presenti, ci si accorse che la Madonna muoveva gli occhi.
Il fatto si ripetè per più di un’ora, sotto lo sguardo incredulo del popolo gioiosano, che accorreva velocemente in chiesa e che giurava di essere stato spettatore di quel fenomeno insolito. Non è accertato che la donna malata si sia ripresa ma è certo è che l’episodio fece rimbalzare all’attenzione della cronaca la piccola chiesa dell’Addolorata.
Dell’evento prodigioso si occupò persino la stampa e, nel numero 302 dell’Italia Reale di Torino, del 5 e 6 novembre 1897, venne riportato un articolo a riguardo. L’evento, tra l’altro, è stato immortalato da una lapide con epigrafe (murata in chiesa), dettata dal poeta Giuseppe Pellicano.

Redazione

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