Il silenzio assordante della politica italiana: un’analisi critica di Vincenzo Speziali
Di Vincenzo Speziali – Membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana
Un solito ideologicume moralistico e populista (perciò la manifestazione plastica dell’antipolitica, intrisa di insulsaggine) proprio del variegato sinistrume italiano, non finisce mai di meravigliare, anzi di volta in volta, lo supera, ovviamente in peggio (evidentemente e purtroppo), senza trovarvi mai limite, da parte di questi qui.
Tra la Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein (con a rimorchio Angelo Bonelli dei Verdi) e Giuseppe Conte (al netto della sua pochette), lorsignori continuano a chiedere le dimissioni del Ministro Daniela Santanchè, sulle quali potrei pure convenire, ma compiendo reiteramente opere di omissione, ad usum delphini della distrazione di massa.
Difatti, persistono i pentastellati (un tempo grillini e oggi contiani, benché senza la pochette di cui prima e d’ordinanza) a tacere su Cafiero de Raho e sulla sua inopportuna presenza in Commissione Antimafia (per di più come Vicepresidente), proprio alla luce di quanto emerge giorno dopo giorno, circa i suoi metodi investigativi e gestionali in seno a varie Procure o alla Direzione Nazionale Antimafia, allorquando era magistrato e dirigeva tali uffici.
A ciò, sempre i sinistrorsi populisti e manetteristi (ma contro gli avversari), aggiungono uno sconcertante silenzio, persino a seguito delle parole del Presidente della Puglia, Michele Emilano, oggi politico con incarichi di rilevanza costituzionale (i Presidenti di Regione lo sono) e un tempo, nientepopodimeno che, Sostituito Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Barese.
Ho già espresso la mia solidarietà personale, umana e politica, ad Antonio Decaro, che è un galantuomo e un bravo Sindaco; ma che proprio Emilano, con il suo vissuto, si rivolga a parenti di boss per scendere a patti, seppur per tutelate l’incolumità fisica di Decaro, lo considero un fatto inaccettabile, oltre che un reato: per accuse simili, ormai sancite da sentenze quali inesistenti, fior di Uomini di Stato, come Calogero Mannino, Nicola Manno, Mario Morì e altri ancora, hanno dovuto sopportate un calvario giustizialista, durato trent’anni! A loro sì, ma ad Emiliano no?
Io continuo a chiedere lumi su ciò al sinustrume, altrimenti tacciano, all’insegna della carità di Patria, che veniva invocata spesso da Francesco Cossiga.
Foto: pagellapolitica.it