Radio Aut dello “Zaleuco” intervista Giovanni Impastato
Dal Comitato per la comunicazione dello Zaleuco
Grande soddisfazione per i ragazzi del Liceo Scientifico Zaleuco, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino che, all’interno della loro Radio Aut, coordinata magistralmente da Vincenzo Romeo, hanno avuto l’onore di poter intervistare Giovanni Impastato, fratello di Peppino, barbaramente ucciso dalla mafia il 9 Maggio 1978, all’età di appena trent’anni. Giovanni, già presente a Locri per delle giornate dedicate alla legalità sullo slogan Legalità on air. Sintonizzati!, in cui ha potuto presentare il libro Mio fratello. Tutta una vita con Peppino, si è reso disponibile a rilasciare un’intervista ai ragazzi dello Zaleuco. Questi ultimi, attraverso domande pertinenti e mirate, sempre nella libertà e nel rispetto della persona intervistata, hanno permesso a Giovanni di ricordare, con un sottofondo nostalgico, quello che è stato l’esempio di suo fratello Peppino e di come la sua trasmissione Onda pazza scuota ancora gli animi e faccia riflettere. Si è potuto conoscere, attraverso Giovanni, l’aspetto famigliare delle scelte radicali di Peppino, che lo hanno portato a prendere una direzione opposta a quella seguita dalla famiglia, addirittura a essere cacciato di casa dal padre stesso. Mantiene, però, rapporti costanti con la madre Felicia, sempre preoccupata e pronta a proteggerlo, per i suoi interventi troppo mirati verso il malaffare. Giovanni, durante l’intervista, ha sottolineato il suo supporto al fratello Peppino, specie quando prende vita la trasmissione satiro-schizo-politica, che diventerà in breve tempo un vero e proprio radiogiornale di controinformazione. Peppino, come ha dichiarato Giovanni, riportava quello che accadeva in consiglio comunale e nelle stanze di potere, facendo nomi e cognomi e trasformando in satira gli affari di Tano Seduto, capo tribù di quella cretina commedia che ricalcava la drammatica realtà in cui la sua terra era invischiata. Cinisi diventa Mafiopoli, e il Municipio il Maficipio in cui il grande capo Tano Seduto (soprannome del boss Gaetano Badalamenti, detto Zu Tano) gestiva traffici di droga e appalti, con il silenzioso assenso delle istituzioni locali. Giovanni, ai microfoni di Radio Aut, ha narrato queste vicende, mettendo in evidenza come questi interventi siano stati portati avanti da un ragazzo sulla trentina, che aveva tutto un futuro davanti a sé, che poteva andarsene lontano e che, invece, con eroico coraggio, ha deciso di rimanere nella sua terra e lottare, andare contro corrente, senza protezione, nonostante la paura, rispetto alla longa manus mafiosa che, come una spaventosa piovra, fagocita le aspettative, le speranze e i sogni futuri dei territori su cui agisce. E sulla scia dell’onda pazza di suo fratello Peppino che Giovanni continua a portare testimonianza di suo fratello, come cassa di risonanza per le generazioni dei giovani, che hanno il compito di continuare e sviluppare questi semi di grande valore morale. L’intervista, poi, dei ragazzi di Radio Aut ha visto anche la partecipazione del giornalista Toni Mira che, sul↓la scia di Impastato, ha messo in evidenza come sempre più all’interno delle famiglie mafiose i nuovi appartenenti tendono a prendere un’altra direzione, quindi il cambiamento è più incisivo quando inizia all’interno dell’organizzazione, e non solo attraverso interventi delle forze dell’ordine, che risolvono momentaneamente il problema. Questi incontri, ha poi aggiunto Mira, devono essere sempre più amplificati, perché abbiano una ricaduta positiva sulla mentalità sociale, specie quella dei giovani, per poi arrivare ai diversi livelli territoriali.