Vincenzo Speziali: “Addio, Arnaldo Forlani, gran signore della politica e riferimento morale”
Di Vincenzo Speziali – Membro del Bureau Politiche dell’Internazionale Democristiana
È dura. È veramente dura per me: perdo un padre. Sì, un padre, perché tale è stato per il sottoscritto, prima ancora di essere la guida di Partito e di corrente. Scendono le lacrime a solcarmi il volto, in questo brutto giorno di un luglio soffocante, tuttavia non smetterò mai di testimoniare l’onorabilità, la correttezza, lo stile, l’eleganza, la visione, la profondità del pensiero e tanto altro ancora, di Arnaldo Forlani, di cui sono stato ultimo pupillo, che mai, dico mai e poi mai, ho pensato di rinnegare. Anche oggi lo riconfermo: sono un democristiano e sono forlaniano!
Avrei tanti ricordi, infiniti momenti, come il giorno del mio matrimonio, allorquando, trattenendomi oltremodo con Lorenzo Cesa e Clemente Mastella attendevo, dalla parte sbagliata, l’arrivo di mia moglie, prima della funzione. Mi riprese con il suo garbo, dicendomi di mai fare aspettare le consorti, soprattutto il giorno del proprio sposalizio. Lo fece con dolce fermezza, così come era solito riprendere le mie esuberanze caratteriali, al netto del mio modo di essere, piuttosto che della giovinezza. Di lui serberò il ricordo di un gran signore, che ha servito la politica senza servirsene. Per quanto mi riguarda, resterà sempre riferimento morale e molto altro ancora. Mi ha insegnato cosa vuol dire essere coerenti, come comportarsi con coraggio e in ossequio allo Stato e alle sue Istituzioni ma, soprattutto, a difendere sempre e comunque le fasce deboli. Spesso a chi gli faceva notare la nostra differenza caratteriale, rispondeva sornione (non indolente), che la storia si ripeteva, ma a parti invertite. «Pure Amintore Fanfani era di temperamento diverso dal mio. Infatti lui era vulcanico come lo è Vincenzo, mentre io calmo, eppure sono stato il delfino di Fanfani e Vincenzo è il mio». Mi viene da piangere a ricordare ciò, per nostalgia e per la tristezza struggente per chi non vedrò più, cioè il mio Arnaldo. Paradossalmente Arnaldo, benché nato con Fanfani (il quale affossò la dirigenza di Alcide De Gasperi) è stato un degasperiano, ovvero un centrista convinto, che talvolta e per maggiore estrinseca necessità democratica e maggiore rappresentatività del corpo elettorale si appoggiava ai laici moderati, per le condizioni dell’azione di governo. È questo Forlani, oltre a rappresentare un’onestà fuori dal comune, una classe innata, un rigore dolce, un garbo infinito, una riservatezza sincera, una religiosità profonda. Dio del cielo e della terra, tu (e con te molti, tra cui io stesso) sai quanto Arnaldo sia stato vero statista, uomo probo, persona perbene, politico accorto e sai pure e principalmente, con quanta dignità ha affrontato la fine di tutto in luogo a un infamante Colpo di Stato. Ma, per quanto mi riguarda, resto con lui, ieri, come oggi, come domani, come per tutta la mia vita a venire, senza fare un passo indietro, ma con l’orgoglio di rappresentare il migliore dei ‘maestri’ e persino la più pregiata delle guide. Sono orgogliosissimo di essere stato il suo pupillo e per certo versi un figlio, il suo quarto figlio. Anzi me ne vanto, poiché è un onore sconfinato.
Un’ultima cosa: riposa in pace, papà, assieme ad Alma, con cui adesso ti ritrovi in Paradiso.