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Attualità

UIL: Domenico proietti, i Consorzi di Bonifica e il no all’autonomia differenziata


Edil Merici

Proseguono le attività dell’Unione Italiana del Lavoro, la cui sezione regionale guidata da Santo Biondo, ha augurato buon lavoro al nuovo segretario della Federazione Poteri Locali, chiesto l’applicazione di criteri oggettivi per l’eventuale riforma dei Consorzi di Bonifica e annunciato la propria partecipazione alla manifestazione di sabato contro l’autonomia differenziata.

“Buon lavoro a Domenico Proietti”

La sezione regionale della UIL formula i migliori auguri di buon lavoro a Domenico Proietti, eletto Segretario generale della FPL dalle delegate e dai delegati del Congresso nazionale straordinario della categoria che si è svolto presso l’Auditorium Antonianum di Roma, e alla sua segreteria.
L’assemblea congressuale, che ha raccolto il contributo qualificato di tante delegate e delegati provenienti da ogni parte del Paese, ha affidato l’incarico di iniziare a scrivere la nuova storia della FPL a Domenico Proietti, dirigente di lungo corso e di grande competenza che, ne siamo certi, saprà guidare la sua squadra percorrendo la strada del rinnovamento che è stata tracciata durante la fase di commissariamento della categoria e ribadito al termine dei lavori congressuali.
Il Congresso straordinario nazionale della FPL ha sancito un cambio di registro netto rispetto al passato e, soprattutto, proietta la categoria verso un percorso inclusivo, trasparente, in netta discontinuità rispetto al passato.
Anche la Calabria si muoverà in linea con l’indirizzo confederale tracciato dal Segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri e ribadito dai vertici cella categoria nazionale.
Anche la Calabria, accogliendo l’invito alla discontinuità ribadito dal Segretario generale Bombardieri durante il suo intervento presso l’Auditorium Antonianum di Roma, traccerà un nuovo percorso per la FPL, un percorso lungo il quale si intrecceranno nuove forze e competenze acquisite nel solco delle legalità, del rispetto delle regole e della compartecipazione.

Consorzi di Bonifica: “Se una riforma deve essere fatta sia seguendo criteri oggettivi”

Nei giorni scorsi abbiamo portato il nostro contributo al dibattito, organizzato dal Consorzio di bonifica del basso ionio reggino, che si è svolto presso la sala convegni della Città metropolitana che aveva al centro della discussione la proposta di riforma dei consorzi di bonifica che sta alimentando il dibattito politico in questi giorni.
Durante il nostro intervento abbiamo ricordato che il tema dal quale partire, per una forestazione che non sia solo finalizzata allo svolgimento di attività in emergenza ma anche alla valorizzazione, alla cura territorio e al recupero delle aree interne, e il tema del lavoro, delle assunzioni di personale in comparto, da cui attingono anche i consorzi di bonifica, che in questi anni è stato spolpato e per il quale siamo scesi in piazza lo scorso 12 maggio ricordando alla Regione come il nodo occupazionale sia quello da risolvere immediatamente se si vuole pensare alla forestazione del domani.
Se questo tema non diventa prioritario nell’agenda del governo regionale è chiaro che il rischio immediato per i consorzi di bonifica, enti che, fra gli altri, hanno compiti fondamentali in manutenzione e nell’irrigazione del suolo, sia quello di non poter più garantire lo svolgimento corretto delle proprie attività con grave nocumento per il territorio regionale.
Allo stesso tempo, poi, siamo convinti che in Calabria vi sia la necessità di addivenire a una riorganizzazione dei consorzi di bonifica, ma che la stessa non possa prendere le forme di una riforma squisitamente ragionieristica che rischi di tagliare anche quelle esperienze produttive, quale il Consorzio del basso ionio reggino, che si stanno distinguendo in una fase di delicata transizione.
Su questi temi stiamo chiamando al confronto la Regione, nella convinzione che se una riforma si deve fare non la si deve pensare contro qualcuno ma, per migliorare le prestazioni di un comportato importante per il territorio calabrese, sia necessario rispettare il merito e, quindi,  quelle espressioni professionali che hanno dimostrato di saper lavorare e non possono essere soppresse per ragioni di natura ragionieristica.
Se una riforma vuole essere portata avanti è necessario che lo si faccia seguendo criteri oggettivi e trasparenti, che non vediamo dentro il progetto avanzato dalla giunta regionale, altrimenti il rischio concreto è quello di poter essere tacciata come strumentale e di parte.
La Regione Calabria, poi, deve affrontare i temi del finanziamento delle attività di bonifica, deve individuare il modo di potenziare la partecipazione di questo comparto all’utilizzo dei fondi previsti dalla programmazione europea.
Ma, soprattutto, abbiamo tenuto a dire senza giri di parole che le riforme a invarianza di spesa, come quella del ministro Calderoli sul regionalismo differenziato contro la quale siamo scesi in piazza lo scorso 12 dicembre, non ci convincono perché siamo convinti che nascondano interessi che nulla hanno a che fare con la crescita del territorio calabrese e il miglioramento della qualità della vita dei calabresi.

Sabato in piazza per sostenere le ragioni del No all’autonomia differenziata

Sabato saremo in piazza a Cosenza per sostenere le ragioni del No all’autonomia differenziata. Lo faremo perché per primi abbiamo capito i rischi che si celano dietro una riforma mascherata, dietro l’intento della Lega di allargare i divari già esistenti fra il Nord ed il Sud del Paese.
Scenderemo in piazza, chiamando alla mobilitazione le calabresi e i calabresi, perché questo progetto, contro il quale siamo scesi in piazza a Catanzaro il 12 dicembre del 2022, non vuole che le tasse pagate dalle calabresi e dai calabresi possano essere utilizzate per far crescere i servizi in Veneto e depotenziare l’offerta degli stessi sul territorio regionale.
Il progetto Calderoli, poi, va contro ogni richiesta dell’Europa. Se da una parte, infatti, Bruxelles chiede al nostro Paese di porre la massima attenzione sui temi della convergenza territoriale e della coesione sociale e invita la politica e le Istituzioni ad intervenire, per risolversi, sulle problematiche ancora aperte del divario territoriale tra il Sud e il Nord del Paese – divari nelle infrastrutture, sanità, trasporti e scuola solo per fare alcuni esempi- che ogni anno contribuiscono a determinare l’uscita dal Mezzogiorno di circa 130 mila abitanti; dall’altra parte c’è, invece, l’idea di una certa politica e la pretesa incostituzionale di alcune regioni di disporre in autonomia di più competenze e più risorse, andando a indebolire le regioni più fragili del Paese.
In questo progetto di autonomia differenziata, su cui punta in modo particolare la Lega, si continua a non voler discutere della parte della Carta costituzionale, che è di più interesse per le regioni del Sud: perequazione, tassazione locale, definizione, appunto, dei Livelli essenziali delle prestazioni.
Per questo saremo in piazza a Cosenza sabato, per questo sposiamo appieno e rilanciamo l’appello contro l’autonomia differenziata e per l’unità del Paese e ne riconosciamo i punti determinanti: un rinnovato ruolo dello Stato, la revisione del regionalismo e il rafforzamento istituzionale della rete dei Comuni e delle amministrazioni Locali; il rafforzamento e la perequazione della spesa sociale in sanità, nell’istruzione, nei servizi sociali, nelle infrastrutture e per l’ambiente; la difesa e il rafforzamento dell’istruzione e della scuola pubblica, fondamento della cittadinanza attiva.
E ancora: il rafforzamento e la difesa della salute (diritto alle cure e diritto alla prevenzione) come diritto individuale e come interesse collettivo, un adeguato finanziamento del Servizio sanitario nazionale come presidio per condizioni di vita eque e dignitose su tutto il territorio nazionale; il potenziamento, la manutenzione e la gestione delle reti infrastrutturali per le comunicazioni (fisiche e digitali) e per la difesa idrogeologica, la cura e la rigenerazione degli ambiti e dei territori degradati.
E, infine, politiche apposite per l’occupazione, per i servizi pubblici, per combattere lo spopolamento e l’abbandono delle Aree Interne e favorire la restanza delle comunità rurali.


GRF

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