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Costume e SocietàLetteratura

Un inaspettato aumento della notorietà

Storie d’altri tempi

Edil Merici

Di Francesco Cesare Strangio

«Possiamo fare per domani sera» disse Marco.«Va benissimo!» rispose il barbiere.
I due si salutarono e Marco ripartì.
Venti minuti dopo essere partito per andare dal fabbro, Marco si trovava sulla via del ritorno.
Arrivato da Elisabetta la prima cosa che volle sapere la donna fu il prezzo concordato con il fabbro.
Marco, sapendo della tirchieria della cugina, la sparò grossa. Elisabetta, nel sentire l’importo, si mise a bestemmiare la Madonna come una dannata.
Il cugino, vedendola con gli occhi di fuori, le fece notare: «Meno male che sei appena uscita dalla chiesa! Altrimenti che cosa avresti fatto?»«Non si può andare avanti così! Sai che facciamo? Vai con l’Ape e prendi dei mattoni pieni alla casa diroccata dei nonni e muriamo la porta, così la facciamo finita con questa storia!»
Marco si mise a ridere come un matto ed estrasse dalla tasca della mimetica il preventivo del fabbro e lo diede alla cugina.
Nel vedere la cifra gli occhi della donna s’illuminarono: «Non pensare che me lo stia regalando. Non può scontare qualcosa?»«Che cosa ti deve scontare? Non ti rendi conto che ti sta facendo un prezzo di favore? Certo che hai una testa per fare pidocchi…»
«Che cosa centrano quelle porcherie? Si tratta di soldi e non di chiacchiere!»«Allora che dobbiamo fare?» chiese Marco.
Elisabetta riguardò il preventivo e disse: «A questo punto che cosa dobbiamo fare? Dai il via libera e che la Madonna mi assista!»«Un minuto fa la bestemmiavi!»
Rapida, con la volontà di discolparsi, rispose: «È stata colpa tua e non mia! Dio il peccato lo metterà sul tuo conto!»Marco, una volta finito con la cugina Elisabetta, partì in direzione del Bar Carducci per farsi un bianchetto.
Come sempre trovò don Angelo seduto al tavolino con don Giulio. Stavano discutendo di come organizzare la festa di mezz’agosto.
Vedendo arrivare Fera, don Angelo disse: «Don Giulio, è arrivato il tempo di dare spazio ai giovani. Noi abbiamo fatto il nostro tempo ed è ora di farci da parte. Che cosa ne pensate di fare entrare Marco nella commissione che organizza le feste in paese?»«Non è una cattiva idea. È un grande lavoratore e per di più educato e ossequioso nei confronti della Chiesa. Più di così, cosa cerchiamo?»
Don Angelo invitò Marco ad accomodarsi vicino a lui. Sembrava che tutti all’improvviso si fossero accorti di Marco.
«Ditemi, don Angelo! A cosa devo l’onore di sedere vicino al parroco e a un nobile Signore come don Giulio?»«Niente di eccezionale.»
Don Angelo diede a Giulio uno sguardo d’intesa. Don Giulio capì che toccava a lui proporre a Marco di far parte della commissione organizzatrice.
Naturalmente il giovane accettò di buon grado. Animato dalla fretta, salutò i due e partì per rientrare a casa.
Fino a qualche giorno prima del furto all’ufficio postale, sembrava che Marco non esistesse, nel paese. Da quel momento in poi ebbe la sensazione che inconsciamente tutti sapessero della sua magistralità nel sottrarre i 500.000.000.
Aveva superato da poco la piazza, quando si vide fermare dal farmacista.
«Ditemi dottore!»«Buon pomeriggio, abbiamo deciso in famiglia di dare una bella messa a punto alla facciata del palazzo. Leggo sulla portiera dell’Ape che fai anche restauri.»«Per dire il vero faccio di tutto.»«Benissimo! Se domani avrai un minuto di tempo, passa dalla farmacia, così facciamo una capatina al palazzo e ti renderai conto dei lavori che bisogna fare.»«Va bene! Domani, verso metà mattinata, passo dalla farmacia. Adesso vi lascio che ho un pò di fretta.»I due, dopo essersi salutati con una stretta di mano, andarono ognuno per la propria strada.
Nei pressi del negozio di donna Angelina, Gladuela Chinnici stava attraversando la strada per andare a fare la spesa. Gladuela era una ragazza dai capelli ricci e biondi, fisico asciutto e un’altezza attorno a un metro e settanta. La ragazza indossava un completo di colore blu che le aveva comprato il fratello un giorno che era andato in città per richiedere, all’ufficio provinciale del catasto, una planimetria della proprietà.
La ragazza aveva da poco compiuto sedici anni e a quell’età, nei paesi dell’entroterra calabrese, era uso pensare già al matrimonio.
Gladuela aveva smesso di usare i tipici vestiti che indossava in età adolescenziale e a Marco la cosa non sfuggì… voleva fermarla per scambiare qualche parola, così da capire se fosse o no gradito alla ragazza. Lungo la via dei suoi sentimenti vi era un ostacolo che si era venuto a creare quando ancora non aveva dieci anni; tutto fu a causa del confine che demarcava le rispettive proprietà. Quel confine fu da sempre motivo di dispute tra il padre di Gladuela e quello di Marco. Nell’ambiente in cui si svolsero i fatti, il retaggio culturale creò le condizioni per mantenerlo a debita distanza dalla ragazza.
Marco andava a imparare il mestiere di muratore quando, per la prima volta, vide la ragazza entrare nell’edificio della scuola elementare accompagnata dalla madre.
Erano passati dieci anni da quel primo giorno di scuola e tutto era notevolmente cambiato.

Continua…

Foto: marchettisrl.net

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Redazione

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