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Apre i battenti la mostra sul regista Vittorio De Seta


Edil Merici

Dall’Ufficio Stampa

Vittorio De Seta Lettere dal Sud, questo il titolo della mostra che inaugura le celebrazioni per i cento anni della nascita del maestro del cinema, con l’intento di farne conoscere la figura. Realizzata dall’Istituto di Istruzione Superiore De Nobili di Catanzaro all’interno del progetto Lettere dal Sud/Visioni fuori luogo di integrazione culturale nel mondo della scuola italiana con il sostegno di Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con la Cineteca della Calabria, il Comune di Catanzaro, Assessorato alla Cultura, si terrà all’ex Stac in piazza Matteotti, a Catanzaro, dal 16 al 30 di ottobre, ed è curata da Eugenio Attanasio e Antonio Renda. L’inaugurazione è prevista per le ore 10:30. Un grande allestimento nel quale si possono apprezzare i film e i documentari del maestro che costituiscono un’opera aperta sul mondo delle nuove immigrazioni, sulla società italiana e sui Sud del mondo, come lo erano e forse ancor oggi lo sono le periferie urbane, ma anche le aree depresse e svantaggiate del Sud Italia. Come ha più volte rimarcato il giornalista Luigi Stanizzi nelle innumerevoli presentazioni dei film e del libro su Vittorio De Seta, «il regista Eugenio Attanasio è il più profondo conoscitore, e quindi il più attendibile, dell’opera Desetiana. Attanasio è anche il più grande biografo dello stesso De Seta, per il quale era l’allievo prediletto, oltre ad essere il suo avvocato di fiducia». Nella mostra si racconta dei viaggi e dei lunghi ritorni nel meridione di un maestro del cinema che ha saputo raccontare 50 anni di società italiana con lo sguardo dell’antropologo e la sensibilità dell’artista. Discendente da una famiglia che ha dato ben due sindaci alla città di Catanzaro e considerato uno degli ultimi meridionalisti, il suo modo di fare cinema ha costituito un punto di riferimento per tanti autori, giovani e meno giovani che si ritrovano oggi nella scuola del cinema del reale. La sua avventura comincia nel 1954 tra Calabria e Sicilia ,quando il giovane Vittorio inizia la sua prestigiosa carriera di documentarista. Qui gli si rivela di una realtà, quella del meridione , fatta di contadini pastori, pescatori, minatori, affascinante, misteriosa, dove si lotta contro la natura per sopravvivere. Il viaggio tra Sicilia, Sardegna, Calabria dura cinque anni per girare dieci preziosi documentari, autoprodotti, che segnano la carriera e lo preparano al passaggio al lungometraggio. Banditi ad Orgosolo è salutato come il ritorno del cinema neorealista nell’Italia della prima espansione economica alla Mostra del cinema di Venezia nel 1961, un debutto trionfale per un’opera epocale. Un allestimento importante che giunge al termine di un lungo lavoro effettuato dalla Cineteca della Calabria sul regista, del quale la Cineteca custodisce l’opera omnia, e iniziato  vent’anni fa con la prima ristampa dei documentari ’54/’59, proseguito con la pubblicazione del volume, e che oggi continua nella scuola con il progetto Visioni Fuori Luogo insieme all’Istituto de Nobili di Catanzaro. Partendo dall’esperienza del regista De Seta che, nella seconda parte della sua vita, si è trasferito a Sellia Marina, e dalla lezione del suo cinema documentario, i ragazzi del Liceo artistico De Nobili raccontano con il linguaggio del cinema documentario il processo di integrazione della comunità extracomunitaria di Sellia Marina, dei ragazzi stranieri dell’Istituto Comprensivo di Sellia Marina, caratterizzato da una massiccia presenza di immigrati nel proprio territorio, che non ha creato alcuna conflittualità sociale. La proiezione di quest’opera è prevista per giorno 20 ottobre, alle ore 10:30, al Supercinema di Catanzaro e giorno 25 ottobre, alle ore 10:30, all’oratorio di Sellia Marina. La ricorrenza consente un momento di riflessione e approfondimento a livello nazionale, sul grande contributo che ha dato il regista al rinnovamento dei programmi nel mondo della scuola e al dibattito sull’attualità degli insegnamenti.


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