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Politica

PD Calabria: il lavoro agile e i temi della Festa dell’Unità di Vibo Valentia


Edil Merici

Proseguono le attività del Partito Democratico Regionale, che ha commentato le parole di Roberto Occhiuto sul lavoro agile e parlato di sanità, legalità e informazione alla Festa dell’Unità di Vibo Valentia.

Lavoro agile: «Finalmente Occhiuto si accorge delle sue potenzialità»

«Dopo due anni il presidente Occhiuto finalmente scopre le possibilità offerte dal lavoro agile, ma dimentica che è fin dal 2020 che il PD regionale incalza il centrodestra sulla necessità di porre in primo piano questa misura e sfruttarla al massimo. Meglio tardi che mai.»
È quanto dichiara il capogruppo PD in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua che aggiunge: «Già a metà del 2020 avevamo proposto alla Giunta regionale di incentivare il lavoro agile e renderlo stabile, utilizzando una parte delle centinaia di milioni resi disponibili dalla flessibilità europea. La giunta di allora non ci diede ascolto e preferì dilapidare risorse in misure inutili e di corto respiro. Fino a oggi, la Giunta Occhiuto non ha agito diversamente, non accogliendo il nostro invito già formulato con gli interventi successivi all’esposizione delle sue linee programmatiche in Consiglio regionale, mancando di comprendere i molteplici effetti positivi che deriverebbero dal consentire a un numero consistente di lavoratori calabresi qualificati la permanenza nei loro luoghi di origine e di residenza. Non è soltanto una questione esclusivamente lavorativa: si tratta, infatti, molto spesso, di piccoli centri e aree interne soggette a spopolamento e il telelavoro potrebbe contribuire a frenare la perdita delle loro migliori energie umane.»
«Adesso finalmente Occhiuto ne scopre i benefici – prosegue Bevacqua – e ne siamo contenti soprattutto se alle parole seguiranno i fatti. Così come registriamo con favore i dubbi che egli esprime in relazione alle politiche messe in atto dal governo nazionale sul Reddito di Cittadinanza e per regolare i flussi migratori. Certe cose, però, non dovrebbe limitarsi a dirle al giornalista di turno: vada a Roma e abbia il coraggio di manifestare il suo dissenso di fronte a un Governo che egli, quotidianamente, si ostina a definire amico.»

«Serve una battaglia nazionale per avere maggiori risorse in sanità»

Sanità in Calabria. Proposte oltre la crisi, la traccia del primo dibattito della seconda giornata alla festa regionale dell’Unità di Vibo, al quale hanno partecipato Antonio Billari, Amalia Bruni, Francesca Dorato, Giusy Iemma, Franco Mammì, Giovanni Oliverio e Nico Stumpo.
Il deputato dem Stumpo, nel corso del suo intervento, ha sottolineato la necessità per il partito di «impegnarsi a formulare una proposta che porti gli elettori a votarci alla prossima tornata sapendo come gestiremo la sanità negli anni futuri. Serve un progetto serio e articolato per potenziare la sanità territoriale in modo da avere tanti punti di assistenza in modo che diventi efficace in tutta la Regione. Un servizio fondamentale da affiancare agli snodi nei centri più grandi e facilmente raggiungibili. Fondamentale è poi abbattere gli ingressi inutili in ospedale.»
L’ex candidata alla carica di governatore e oggi responsabile per la sanità in Consiglio regionale Amalia Bruni ha invece lanciato il suo appello al PD per avviare una battaglia nazionale. «Noi siamo l’estrema punta della sofferenza della sanità italiana che sta soffrendo nel suo complesso – ha detto Bruni. – La battaglia da fare è di natura nazionale ed è stato costituito per questo un tavolo nazionale che messo insieme tutti gli esponenti che si occupano della materia nei Consigli regionali per fronteggiare l’emergenza. Serve una scelta politica di allocazione delle risorse che questo governo non sta facendo, tanto che continuano a mancare i 4.000.000.000 che il ministro Orazio Schillaci chiede da tempo. Servono risorse per eliminare il tetto alle assunzioni perché abbiamo bisogno di medici e di personale sanitario in generale, così come va fatta la ricontrattazione del debito della sanità calabrese. Invece la prima legge che ha approvato la maggioranza di centrodestra in Consiglio è quella che ha istituito Azienda Zero, una legge pessima nella quale non c’è scritto nulla di come questa struttura debba funzionare e, nonostante cinque modifiche legislative ancora non lo sappiamo.»

Alla festa dell’Unità la sfida del PD per difendere legalità e libertà d’informazione

Legalità e informazione sotto la lente del PD nella tre giorni di festa regionale dell’Unità a Vibo.
75º Anniversario della Costituzione, legalità e libertà d’informazione, principi cardine della democrazia la traccia del dibattito che ha chiuso la seconda giornata della festa e al quale hanno preso parte Michele Albanese, Maria Chiodo, Alberto Cisterna, Maria Locanto, Emiliano Morrone, Lucio Musolino e Sandro Ruotolo.
Il giornalista Albanese, nel corso del suo intervento, ha lanciato una sfida al PD incrociando legalità e informazione. «Molti temi di attualità – ha detto Albanese – come il traffico di droga e il mercato che rappresenta per la malavita sono argomenti che non interessano giornalisti e politica. Perché? Eppure muovono risorse maggiori a quelle di una manovra finanziaria. Lancio una sfida al PD: serve un partito che si occupi di informazione nelle terre di confine con il coraggio di spostare il dibattito anche nelle sedi centrali. Si tratta di un elemento fondamentale per il futuro della Calabria.»
Il magistrato Cisterna ha indicato come fondamentale anche un risveglio dei cittadini che troppo spesso decidono di non informarsi scegliendo una sorta di cecità colpevole. «Esiste un problema strutturale dell’antimafia che è quello di non riuscire ad agganciare il nemico. Pochi hanno la capacità di individuare i settori in cui svolgere davvero le indagini. E la stessa miopia riguarda anche il diritto all’informazione e il diritto a essere informato e a essere bene informato. Un diritto che il cittadino deve esercitare e pretendere, anche perché un cittadino che non si informa è un cittadino che non vuole partecipare e poi non va a votare. Temo che grandi fette della nostra popolazione vogliano abbracciare questa cecità colpevole, questa cultura del non volere vedere e sapere, ritagliandosi il proprio angolo di correlazioni e amicizie. Questo consente il consolidarsi di poteri opachi e delle infiltrazioni.»
Legalità e informazione vanno di pari passo e il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni sembra averlo completamente dimenticato. Nelle sue conclusioni il responsabile di Informazione e Cultura della segreteria nazionale dem Ruotolo ha rivendicato lo sforzo intrapreso dal partito e ha ringraziato il segretario regionale Nicola Irto per il lavoro fin qui svolto e per avere scelto di occuparsi di un tema così importante. «Questo è l’unico partito che ha posto nel suo programma e nel suo agire quotidiano la lotta alle mafie. Avvertiamo, con preoccupazione, questo calo di tensione sul principio di legalità come si può vedere anche dalla recente riforma del codice degli appalti. Stesso ragionamento vale per l’informazione che deve servire ai governati e non ai governanti. A Ravenna, alla festa dell’Unità nazionale e poi con i gruppi parlamentari presenteremo la nostra proposta di riforma della governance della Rai per invertire l’andamento. Gli assetti proprietari dell’informazione stanno in mano a proprietari che fanno tutt’altro nella vita e non possono rendere un servizio ottimale e, per questo motivo, insieme alla riforma della gestione politica, occorre anche una legge che regoli il conflitto di interesse.»
Il segretario regionale del PD Irto esprime la propria solidarietà e vicinanza, insieme a quella di tutto il partito, al giornalista di di Reggio TV Cesare Minniti dopo la vile aggressione subita. «Episodi come quello registrato nelle scorse ore che hanno visto l’aggressione al giornalista Minniti, colpevole solo di svolgere il proprio lavoro con attenzione e serietà, non sono degni di una città moderna e civile. Ferma la condanna del PD e la solidarietà al cronista e a tutta la redazione, con la certezza che la magistratura farà piena luce sull’accaduto e che il giornalista proseguirà, insieme ai colleghi, la sua preziosa attività di informazione con la consueta professionalità.»


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