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Attualità

Galleria della Limina: caos da bollino nero

Pensieri, parole, opere… e opinioni


Edil Merici

Il tema della settimana è certamente stato la chiusura per 20 mesi del traforo della Limina che, a partire da gennaio 2024, comporterà l’interruzione del transito attraverso la più rapida via d’accesso per il nostro comprensorio. Oggi posso ammettere di essere stato a conoscenza della notizia già da qualche settimana, ma di non averla voluta divulgare attraverso le colonne del nostro giornale per la mancanza di certezze riguardo le tempistiche e la lunghezza della chiusura e, soprattutto, perché chi me l’aveva confermata era al lavoro per intavolare una conversazione con attori istituzionali che si augurava avrebbero dimostrato la volontà di attuare delle contromisure. A togliere le castagne dal fuoco a me e alla mia gola profonda ci ha pensato l’onnipresente Giovanni Calabrese che, alla prima occasione pubblica utile, ha dato ufficialità alla notizia confermando al contempo che in Regione Calabria non sono proprio sordi alle difficoltà della Riviera dei gelsomini.
Le conferme degli ultimi giorni, tuttavia, non mi tolgono la sensazione che, per anni e anni, politica e società civile si siano ostinati a guardare il dito al posto della luna. Il fatto che oggi la galleria richieda una manutenzione così radicale da obbligare l’Azienda Autonoma Nazionale delle Strade a programmare una chiusura totale tanto lunga, a una manciata di anni dalla chiusura notturna che ci ha illo tempore obbligato a strane circonvoluzioni per poter uscire dal comprensorio, dimostra infatti che la manutenzione dell’arteria sia stata fino a oggi una chimera che si è preferito aggirare piuttosto che affrontare, mettendo (si deve a questo punto immaginare) a rischio l’incolumità dei pendolari.
Un copione che la nostra Italia ci ha già fornito in diverse drammatiche occasioni, e che, circostanze fortunose a parte, sarebbe da sottoporre con dovuta urgenza al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dettosi sempre molto vicino alle istanze dei territori. La missiva di Calabrese, Giacomo Crinò e Salvatore Cirillo che rimarcano l’attenzione della Regione per la problematica, sembra essere un passo importante per fare sì che il disagio cui stiamo andando incontro non venga beatamente ignorato, ma la questione Limina dovrebbe essere sottoposta giornalmente, da qui a gennaio, a Montecitorio, pretendendo che a tutta la propaganda che si sta facendo per il Ponte sullo Stretto di Messina si accosti anche la necessità di trovare soluzioni sul fatto che la ionica sia collegata da una sola striscia d’asfalto al resto del mondo.
Da quando la Strada di Grande Comunicazione Ionio-Tirreno è stata costruita, infatti, la presenza di un collegamento rapido con la costa tirrenica ha immediatamente messo in evidenza anche la caducità dello stesso, tanto da domandarmi per quale motivo non si sia mai pensato, come qualcuno suggeriva in tempi non sospetti, di realizzare una variante di valico (ovvero un raddoppio della galleria) in modo da tenerne una per senso di marcia, migliorando così la sicurezza della percorrenza e, soprattutto, evitando l’insorgere di situazione come quella che si profila per il prossimo anno. Oggi ci sarebbero persino i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per poter qualcosa del genere.
Altro elemento che mi ha lasciato un po’ perplesso di tutta questa situazione, come spesso accade, è la comunicazione. Emerge infatti oggi che le istituzioni erano state informate fin da subito che gli interventi che ANAS avrebbe dovuto effettuare riguardavano sia la galleria breve, sia quella di valico. Eppure, per intere settimane, si è discusso solamente di evitare il rischio di una chiusura di 70 giorni durante l’estate per realizzare i lavori di ristrutturazione della prima, senza fare il minimo riferimento alla necessità di interdire completamente il traffico anche nella seconda per tempi biblici. Al netto della volontà di non scatenare il panico e lo sconforto i cittadini e operatori economici, che comunque si ritrovano adesso nella medesima situazione, mi chiedo per quale ragione sia stato effettuato questo tipo di scelta che lascia molto a desiderare, trasmettendo così un generale senso di disorganizzazione che, per di più, ha convinto più di qualcuno non solo che la scelta di chiudere il valico sia maturata in questi torridi giorni d’estate, ma che sia stata fatta come una sorta di ripicca per il tentativo di differimento della già discussa chiusura di 70 giorni.
Un caos da bollino nero che non fa che peggiorare la percezione delle cose e che, in ogni caso, ci lascia con tantissime incertezze per quello che sarà il futuro prossimo del nostro comprensorio.

Foto: citynow.it


GRF

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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