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Attualità

Nella scuola pubblica si continuano a emarginare gli alunni indesiderati


Edil Merici

Di Giacomo Marino – Presidente Un Mondo Di Mondi

Mentre si celebra Don Milani e Barbiana, nella scuola pubblica si continua a emarginare gli alunni indesiderati. Difatti, i minori rom di età scolare (127) che abitano nel ghetto di Arghillà nord a Reggio Calabria, con le loro famiglie non subiscono solo l’emarginazione abitativa, ma quella scolastica, con un processo di colpevolizzazione e di inferiorizzazione. Questo è definito, addirittura, nei documenti ufficiali della Scuola del territorio e nella formazione di tre classi a prevalenza rom. Alla pagina 36 del Rapporto di Autovalutazione dell’Istituto Comprensivo Radice Alighieri di Reggio viene dichiarato che: “Nella scuola la forte presenza di alunni di diversa etnia e rom distribuiti, come da scelte di Istituto, in tutte le classi, rallenta i tempi di raggiungimento dei livelli ottimali di apprendimento generale, nonostante l’impegno di tutta la comunità scolastica”. Con questa dichiarazione, l’IC, applicando la strategia del capro espiatorio, scarica sugli alunni rom, ma anche sulle altre etnie, tutte le responsabilità dei ritardi negli apprendimenti dei suoi alunni. Responsabilità che chiaramente sono della Scuola. Ma con la presenza dei rom, che sono sempre stati un perfetto capro espiatorio  lo sono anche per coprire le responsabilità istituzionali del ghetto di Arghillà), questa responsabiltà può essere addebitata a loro. Al grande vantaggio di liberarsi di queste responsabilità l’Istituto ne aggiunge un secondo. Difatti, alla pagina 83 del Rapporto di Autovalutazione, l’Istituto dichiara che “ La scuola si attesta al livello 6 appena sopra la fascia di eccellenza per la motivazione già citata diverse volte, ovvero la presenza massiccia della comunità rom, a volte o spesso non facile da gestire.”. Quindi non solo l’Istituto non ha più alcuna colpa se gli alunni apprendono più lentamente perché la colpa è dei rom, ma dovendo gestire gli alunni rom e le loro famiglie si può attribuire come premio anche un alto livello di valutazione. La Scuola, per dare più forza al suo capro espiatorio, si inventa la presenza massiccia della comunità rom e quindi di alunni di tale etnia nonostante i dati riportati dalla stessa Scuola non dicano questo, cosi come i dati delle famiglie rom ad Arghillà. Difatti la Dirigente dell’IC, il 17 ottobre 2022, ha risposto all’accesso civico presentato dal European Roma Right Center con una lettera nella quale dichiara che, per l’anno scolastico 2022/2023 gli alunni di etnia rom iscritti sono 127 mentre gli alunni complessivi sono 829. Si evince quindi che gli alunni rom iscritti in questa Scuola per l’anno scolastico 2022/2023 siano il 15,32%. Secondo la letteratura esistente in materia, non si può parlare di presenza massiccia quando gli alunni non superano il 50%. Per quanto riguarda la presenza delle famiglie rom nel ghetto di Arghillà nord, su circa 950 nuclei complessivi i nuclei rom sono circa 150, ossia circa il 15,79%. Anche per i nuclei famigliari non esiste alcuna presenza massiccia ad Arghillà. Ma inventare dati e fatti negativi sui rom, come sostiene l’antropologo Leonardo Piasere, purtroppo è una prassi che si è consolidata applicando  ai rom la figura dell’imbroglione, che è un personaggio sul quale si può dire tutto quello che si vuole per poter costruire adeguatamente l’esempio di negatività. Difatti, in perfetta continuità con quanto riportato nel Rapporto di Autovalutazione, la Scuola, nel suo Piano Triennale dell’Offerta Formativa 2022/2025 considera tutti gli alunni rom come elemento di debolezza, mettendoli insieme agli alunni diversamente abili e agli alunni con bisogni educativi speciali. Difatti, alla pagina 146 del PTOF 2022/2025, nel descrivere i punti di debolezza della scuola, viene detto che: “Non si può non considerare, che all’interno della nostra Istituzione esistono casi a rischio di dispersione, alunni diversamente abili, alunni appartenenti alla comunità Rom, alunni con bisogni educativi speciali…”. Essere rom per questa Scuola è come avere una patologia. Come se non bastasse la Dirigente dell’IC, che nel mese di settembre 2022 ha risposto sui giornali a questa Associazione dichiarando di non aver costituito classi differenziali di rom, un mese dopo ha risposto all’accesso civico presentato dal ERRC sostenendo di aver costituito tre classi a prevalenza rom: una classe di scuola dell’infanzia e due di scuola primaria. In queste tre classi gli alunni rom superano il 50% degli alunni e anche se queste classi tecnicamente non si possono definire classi differenziali di soli rom, nei fatti costituiscono una ghettizzazione non giustificata. Visto che la presenza degli alunni rom nella Scuola è del 15% e non supera il 50% come avviene nelle tre classi. La costituzione delle tre classi risponde all’inferiorizzazione e alla colpevolizzazione degli alunni rom operata dalla Scuola e definita dai suoi documenti ufficiali. Inoltre, l’inferiorizzazione consente un altro fenomeno molto grave. Quello dell’utilizzo delle certificazioni H degli alunni rom come strategia didattica, al punto che queste certificazioni hanno raggiunto un’altissima percentuale che continua ad aumentare . Un fatto molto grave, perché la gran parte di questi alunni certificati non ha alcun handicap. Siamo forse alla ricostituzione celata delle classi speciali eliminate per legge 46 anni fa? Ma l’aspetto incredibile della vicenda è che in questa Scuola si realizza da circa 10 anni il Progetto nazionale di inclusione degli alunni Rom Sinti e Camminanti. Evidentemente nemmeno il Progetto è riuscito modificare questi orientamenti della Scuola. Secondo le disposizioni del Ministero dell’Istruzione la Scuola non dovrebbe utilizzare i dati etnici degli alunni, tantomeno utilizzarli per un trattamento inferiorizzante e colpevolizzante. Le scelte dell’Istituto violano non solo le disposizioni del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sui dati etnci, la nuova Strategia nazionale di inclusione dei rom, diverse norme e la Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.. Negli ultimi mesi del 2022 questa Associazione, insieme al ERRC e all’Associazione per gli Sudi Giuridici sull’Immigrazione, ha scritto a questo Istituto Comprensivo, al Comune di Reggio, alla Regione Calabria, al MIUR, all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, alla Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e al Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, segnalando i contenuti dei documenti di questa Scuola e le tre classi a prevalenza rom e richiedendo i necessari provvedimenti del caso. Dopo diversi mesi non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Auspichiamo che sulla vicenda le Istituzioni non rimangano ancora in silenzio e che la stessa Scuola riveda queste posizioni e decida di intraprendere un percorso di autentica ed efficace inclusione dei rom riconoscendo loro pari dignità e capacità di apprendimento.


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