L’affitto delle terre date in locazione al Tempio di Zeus

Di Giuseppe Pellegrino

Qui non resta che riportare in modo integrale la tabella 32 del tempio di Zeus, che così recita:

Pyr. nell’anno di Diognetos, mentre sono hieromnamones Psath. Dorimachos figlio di Zoilos,
Ast. Menalkes figlio di Gorgidas. Str. Timon di Timoklès, mentre sono proboloi Proarchontes Gaps. Samon figlio di Samippos, Tel. Kallistratos, la città ha preso in prestito dal Dio, per la contribuizione al re dalla colletta di argento:
1.983 talenti, 4 steteri, 8 litre, 1 oncia; e dai tributi riscossi da tesorieri e fattarchi: 17 talenti, 1 statere: 333 medimmi e mezzo di grano-prezzo al medimmo: 2 stateri- per un prodotto (totale) di 111 talenti; 1 statere;
333 medimmi e mezzo di orzo-prezzo al medimmo: 1 statere, 6 e ½ litre; (2) once –per un prodotto di 74 talenti; 13 litre, 4 once; 189 talenti, 2 stateri di prodotti liquidi; canone di affitto di terre sacre, secondo il decreto: venti talenti; delle donazioni site al di là dell’Halex; 57 talenti.Totale di quanto la città deve al Dio. Pyr. nell’anno di Diogenetos 2.452 talenti, 1 litra, 5 once.

Come si vede nessun dubbio che il Tempio di Zeus dovesse, da una parte, dare il rendiconto delle terre donate, ma con un canone di affitto. Il Tempio sicuramente ci guadagnava perché a sua volta affittava ai Perieci (Italioti, Siculi, Enotri) le terre che comunque non facevano parte del Klèros. Nel conteggio dare e avere i canoni di affitto venivano scomputati sui prestiti che la Pòlis otteneva dal Tempio. Spesso si finiva in parità.
La tavoletta ha anche una sua seconda utilità perché dà un rapporto moneta/prezzo/beni di consumo.
Per come già detto, la tavoletta serve anche per delineare i confini di Locri. La stessa precisa che le tasse sono, (come reddito) delle donazioni (di terre) site al di là del (fiume) Halex; 57 talenti.
Ora, se il fiume Halex è l’Ammendolea, ne consegue che il confine è il Tuccio, fiume a ridosso di Melito Porto Salvo. Ancora, il Fiume Halex può essere considerato come il confine per le terre del Klèros, che non potevano essere date in affitto a nessuno e pagavano un tributo diretto alla Pòlis, seppure sempre attraverso il Tempio di Zeus. Ma il loro era un tributo, non un onere di locazione.
Dalle Tabelle bronzee, Alfonso De Franciscis ha ricavato che, in concreto, il Tempio di Zeus fungeva da Erario. A detto si ricorreva in caso di difficoltà finanziarie mediante un prestito. Il prestito avveniva per deliberato della Dàmos o della Bolà. Poi, la contabilità veniva riportata nell’archivio, che era tenuto aggiornato dai hieromnamones, una sorta di sacri ragionieri. Occorre ricordare che nel Mondo greco una simile funzione dei Templi era comune.
Sulla prima figura non vi sono tracce nelle tabelle bronzee. Ma De Franciscis sostiene della sua esistenza sulla base delle comparazioni con altri istituti simili esistenti in Grecia. Sulla seconda è certa la loro esistenza. Essi erano in numero di tre. De Franciscis non da la traduzione, ma non vi è dubbio che sia il risultato di una composizione di due parole ieròs (sacro) e mnàmones,, ossia colui che ha il compito di ricordare. Il loro compito era di tenere aggiornati gli archivi fatti in materiale non deperibile.

Foto: mitula.net