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Costume e Società

Le risorse naturali al servizio della sostenibilità: la nuova via per tutelare la Sila

Dall’Ufficio stampa Ente Parco Nazionale della Sila

Per la nostra Riserva L’uomo e la Biosfera della Sila ha partecipato all’evento Francesco Iovino, già Ordinario di Assestamento forestale e Selvicoltura dell’Università della Calabria; attuale Consigliere dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali.
Iovino ha presentato la relazione La selvicoltura con approcci basati su tradizioni locali e processi naturali perla transizione ecologica, preliminarmente illustrando l’ampio e variegato territorio forestale dell’Area, le principali tipologie boschive, il loro differente livello di antropizzazione e di semplificazione, ma anche i paesaggi di incomparabile bellezza che i boschi formano in alcuni settori montani, arricchiti anche dalla presenza dei grandi invasi artificiali presenti in Sila. Ha anche evidenziato l’esistenza di boschi di grande interesse naturalistico e paesaggistico,   definiti boschi vetusti.
La gestione di questo patrimonio, secondo Iovino, non può non fare riferimento ad approcci selvicolturali innovativi a sostegno della sostenibilità. Una gestione che non è in contrasto con un uso produttivo del bosco, ma combina i principi della multifunzionalità forestale con il concetto di sviluppo sostenibile. Ha spiegato, inoltre, come questi approcci trovino concretezza in quella che è stata definita selvicoltura sistemica, una selvicoltura estensiva che considera il bosco come ecosistema e si fonda su un modello selvicolturale non basato su schemi rigidi. Una selvicoltura che, peraltro, recupera le forme di uso tradizionali dei boschi per delineare forme di gestione in grado di garantire nel tempo la loro conservazione attraverso un uso sostenibile. Ha sottolineato come queste forme tradizionali, codificate in termini tecnico scientifici, e definite  “taglio a scelta per piccoli gruppi” nella realtà siano state utilizzate da tempo anche nel territorio dell’Area MaB e del Parco della Sila. A tal proposito, ne ha mostrato l’applicazione alle pinete di laricio per le quali con tale modalità viene assicurata la conservazione del paesaggio forestale peculiare della Sila, riuscendo a coniugare le esigenze di ordine paesaggistico con quelle di natura ambientale, economica e sociale.
Iovino, nel concludere la relazione, ha sottolineato come queste forme tradizionali di utilizzo dei boschi riproducano, con i dovuti adattamenti, le dinamiche che avvengono in natura, evidenziano come sia possibile coniugare la conservazione con l’uso delle risorse forestali e costituiscono approcci selvicolturali a sostegno della sostenibilità, che rappresenta il punto di forza della transizione ecologica.


Edil Merici

Redazione

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