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Costume e Società

Maestri di civiltà

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Con buona pace di chi dice che i la nostra gioventù non merita fiducia, questa settimana i giovani della Locride sono stati uno straordinario esempio di civiltà. Mi riferisco al modo fermo, ma composto, con il quale gli studenti dei Licei Mazzini di Locri hanno deciso di manifestare contro l’atavico problema dell’assenza di spazi idonei a seguire le lezioni. La popolazione scolastica del magistrale, ha affermato il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, è infatti aumentata, negli ultimi dieci anni, da 504 a 1.150 studenti, un dato che sarebbe lusinghiero per qualsiasi istituto d’Italia, se non fosse che nel nostro territorio, come effettivamente accaduto, è in grado di portare con sé problemi logistici non indifferenti. Non è la prima volta che gli studenti del Mazzini denunciano il problema e non è la prima volta che la politica locale cerca di farsi parte diligente con chi di competenza per risolvere il problema. Ma una questione di secondaria importanza per la sempre fitta agenda politica metropolitana aveva fino a questo momento convinto gli organi di governo sovraordinato a procrastinare, trasformando un disagio già serio in una vera e propria emergenza sociale.
Non nascondo di aver considerato una parentesi di trascurabile interesse la manifestazione di piazza organizzata sabato scorso da studenti e professori. Pur capendone e condividendone i principi, infatti, la marcia su Piazza Nassirya mi era sembrata un grido di aiuto lanciato con poca fermezza, destinato a dissolversi come la flebile eco di un bambinesco “ciao” lanciato dal bordo di piccolo pozzo. Sono entusiasta, invece, che i fatti mi abbiano smentito e che, a partire da lunedì scorso, studenti e insegnanti abbiano sfidato le temperature rigide della prima mattina e il sole cocente del mezzogiorno portando banchi e cattedre nel cortile dell’istituto, dove hanno annunciato di voler svolgere regolarmente lezione fino a quando non sarebbero state date loro risposte adeguate. Quando la protesta è continuata con tenacia anche il martedì ho capito finalmente che stavo assistendo a qualcosa di straordinario: non una manifestazione che potesse sembrare una scusa per perdere le sempre risicate ore di lezione, o un pirotecnico modo di protestare che si sarebbe interrotto alle prime avversità, ma un puntare i piedi costruttivo e determinato, che pretendeva attenzioni limitando al massimo i disagi e dimostrando quanto grandi fossero i disagi creati dalla sordità della politica. Fortunatamente, gli amministratori della Città Metropolitana hanno dimostrato di avere sensibilità sufficiente a trovare soluzioni al terzo giorno di protesta (il quarto se consideriamo anche il corteo di sabato) e, grazie all’intermediazione dei consiglieri Rudi Lizzi e Carmelo Versace e al lavoro sinergico con il Comune di Locri, è stata trovata una soluzione che, benché temporanea, ha convinto i ragazzi a riportare i banchi all’interno delle mura della scuola.
«Trasferiremo parte delle classi presso l’IPSIA di Siderno, dove sono state messe a disposizione 16 aule che vanno a soddisfare completamente le esigenze del Dirigente Scolastico – ha dichiarato il Delegato all’Edilizia e alla Programmazione della rete scolastica Versace. – A questo aggiungo che abbiamo già autorizzato un budget per la realizzazione di tre nuove aule per l’istituto di Locri, che ci permetteranno di aggiungere 3 ulteriori aule alle 16 reperite a Siderno e spero, entro 15 giorni (quindi entro la prima settimana di novembre, ndr.) di liberare parte di plesso di Locri e consegnarne altre 7 che saranno oggetto di riqualificazione nei prossimi mesi. Mi sembra che arriviamo così a un numero ottimale per gli studenti e per svolgere i laboratori.»
Benché la soluzione, come dicevamo, abbia soddisfatto i ragazzi, contenti di vedere uno spiraglio in fondo a un tunnel nel quale sono obbligati a sostare da due anni, all’assennatezza della gioventù ha fatto da contraltare l’intemperanza degli adulti, che non hanno invece perso occasione di dar fuoco alle polveri della polemica. Lo spostamento dei ragazzi da Locri a Siderno, infatti, ha scatenato vecchi livori campanilistici e, improvvisamente, tutti si sono riscoperti esperti di logistica, edilizia e programmazione tacciando di incompetenza Città Metropolitana e Comune di Locri, costretto a ricordare che gli amministratori, oltre che alle regole del buonsenso, devono rispondere anche a quelle imposte dalla legge. Certi adulti, insomma, hanno finito con il rovinare uno dei più brillanti momenti di esercizio della democrazia cui il nostro territorio abbia assistito negli ultimi anni, spostando l’attenzione dal fatto che i giovani fossero riusciti laddove politica e la burocrazia non avevano ottenuto risultati, a una presunta incapacità gestionale delle numerose strutture inutilizzate che si trovano a Locri solo perché non si vuole che gli studenti escano dal paese per frequentare le lezioni.
E allora mi domando: non sarebbe il caso di imparare un po’ di buon senso dai ragazzi?

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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