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L’antica Locri aveva una grandezza ideale. Parola di Aristotele

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri X - Continuiamo ad analizzare la conformazione (e l’estensione) territoriale dell’antica Locri facendo sempre affidamento sulle teorie dei nostri Aristotele e Platone. Scopriamo, così, che l’antica “polis” aveva bisogno di criteri molto precisi per funzionare in maniera ideale… e che Locri li rispettava alla lettera.

Di Giuseppe Pellegrino

Per capire la polisgreca è importante studiare anche Platone, ma occorre precisare che tra lui è Aristotele vi è una netta differenza laddove Platone non pone una netta distinzione tra filosofia e politica, mentre per Aristotele quest’ultima ha una sua autonomia, poiché il politico, come il legislatore, utilizzano per il buon fine la saggezza pratica. La politica, tuttavia, deve creare le condizioni per la σχολή(scholè,il tempo libero, da σχολείω) e le attività teoretiche (filosofia, matematica, fisica e astronomia). Dunque il tempo libero con funzione positiva, come l’otiumromano, che si contrapponeva al negotium come funzione negativa della attività spirituale dell’uomo. Insegnare in greco si dice διδάσκω (didàsco), che significa certo insegnare, ma anche ammaestrare:funzione questa passiva di apprendimento.
Platone concepiva come polis ideale una città con non più di 5.000 abitanti, mentre Aristotele aveva come concetto base che fosse necessario che ogni cittadino dovesse conoscere almeno di vista tutti gli altri suoi concittadini.
Lo stesso Aristotele dichiarava essere inconcepibile una polis di dieci abitanti, perché non autosufficiente. Ma riteneva una città di 100.000 abitanti assurda perché, al contrario, non potrebbe autogovernarsi.
Insomma, per i due filosofi, la polis ideale era quella composta da mille (kyloi) uomini che godevano dei diritti civili. Se si aggiunge che, per Aristotele, la famiglia ideale era composta da sei persone, i genitori e quattro figli,la conclusione è che la polis tipo era composta da 5.000-6000 persone al massimo. Ciò per la ragione che solo così si poteva concretizzare l’autogoverno del popolo.Ritorna implicitamente il concetto di Democrazia Diretta, non essendo per la mentalità greca concepibile la delega alle decisioni sul bene comune.
Per come si chiarirà meglio, le piccole dimensioni di una città portavano direttamente alla necessità che ogni decisione fosse frutto di una discussione comune; il concetto di rappresentanza era estraneo presso i Greci, perché occorreva che tutti i πολίτες (polìtes, cittadini) si occupassero insieme del bene comune.
Diceva Tucidide, seppure la frase è attribuita a Pericle:“Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.”Nella realtà storica greca si contano non meno di 750 poleis , alle quali aggiungere le colonie di numero non inferiore a trecento. La distinzione tra micro poleis e poleis stava nel numero dei cittadini maschi adulti e, quindi, con diritto di voto, che dovevano essere non meno di mille. È bene ricordarsi del concetto, quando si conclude che Locri era una oligarchia dominata dai Mille aristocratici; è bene ricordarsi che la presenza dei Kyloi significava solo che Locri Epizephiri era una grande polis e basta. Ciò è avvenuto sicuramente con lo spostamento da Kramatia nel Comune di Bianco a contrada Janchina di Portigliola,dopo i Patti Locresi. E i Mille πολίτεςnon erano solo locresi, ma vi era l’aggiunta di siracusani e di spartani-partheni.
Sembrerà strano, ma è proprio la ricchezza straordinaria di poleis in Grecia che ha determinato quel clima straordinario di cultura giuridica e umanistica. Per come sostiene Gustave Glotz, il tratto più saliente della Grecia antica e la ragione della sua grandezza era quello di essere formata da un’infinità di città che formavano tanti stati.
Dovendosi fare un censimento approssimativo sulla base dei concetti di Aristotele, che una famiglia tipo doveva essere composta dai genitori e da almeno quattro figli, e sugli accertamenti fatti da Alfonso De Franciscis con le tabelle locresi sui siracusani dovremmo concludere che, al momento della fondazione della polis,a Portigliola doveva esserci una popolazione che andava dai 5.000 ai 6.000 componenti. Cosa non molto lontana dalla concezione della polis tipo di Platone (5.040 abitanti, per la precisione).

Foto: elementari.net

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